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8 settembre 2012

Presentato in Commissione antimafia il testo della mozione di istituzione del Whistleblowing a Milano

Transparency International Italia, audita in commissione antimafia lo scorso 3 luglio 2012, aveva richiamato l'attenzione dei commissari sull'importanza di combattere la corruzione e la concussione suggerendo l'adozione di strumenti utili ad aumentare la trasparenza negli atti pubblici e a prevenire fenomeni corruttivi.
Nella seduta del 7 settembre scorso ho presentato il testo della mozione per l’istituzione del Whistleblowing termine utilizzato a livello internazionale e in italiano traducibile con la parola "denuncia".
Il Whistleblowing è una procedura destinata alla ricezione delle segnalazioni di reati, irregolarità o altre anomalie ravvisate dai dipendenti nel corso della propria attività lavorativa: pericoli relativi alla sicurezza sul luogo di lavoro, frodi, ai danni o ad opera dell’organizzazione, reati ambientali, negligenza, vendita abusiva di servizi finanziari, corruzione, concussione, peculato o altri reati contro la pubblica amministrazione, irregolarità nei procedimenti
Nel novembre 2009 Transparency International ha redatto una serie di raccomandazioni e principi sul Whistleblowing. Ai sensi di essi per Whistleblowing si intende la segnalazione di informazioni, relative a un’irregolarità o al rischio della stessa, a persone fisiche o enti che si ritiene possano agire efficacemente al riguardo.  Ed ancora si scrive che i whistleblowers (letteralmente "i fischiettatori") possono svolgere un ruolo essenziale nell’individuazione di frodi, atti corruttivi e cattiva amministrazione. Grazie al loro operato possono contribuire a salvare vite umane, a tutelare i diritti umani e a salvaguardare il principio di legalità. Nel fare questo i whistleblower assumono spesso grossi rischi personali: possono infatti subire persecuzioni o ritorsioni sul luogo di lavoro, citazioni in giudizio da parte del datore di lavoro per aver violato accordi di riservatezza o per diffamazione, possono inoltre essere soggetti a sanzioni penali. In casi estremi possono trovarsi ad affrontare minacce alla propria incolumità.
Punto centrale della procedura è la protezione del dipendente che decide di aiutare  l’ente a riscontrare malfunzionamenti interni che possono anche arrecare danni alla collettività.
L’anonimato del segnalante deve essere tutelato almeno fino alla contestazione dell’addebito disciplinare. A quel punto prevarranno i diritti di difesa di chi è coinvolto dalla segnalazione. Sarà quindi necessario elaborare un luogo nell’intranet dell’Amministrazione Comunale per facilitare le segnalazioni, grazie al quale poter interagire con il segnalante per approfondire la segnalazione, senza render necessario svelare la sua identità
La mozione presentata e che dovrà essere votata in aula, è una mozione di indirizzo che dovrà essere necessariamente seguita da un successivo atto che ne approfondisca le modalità di attuazione e definisca nel dettaglio come verrà costituito l’organismo di vigilanza che dovrà ricevere e gestire le segnalazioni. Un organismo che dovrà lavorare in assoluta trasparenza, garantendo la totale autonomia dal potere politico pur essendo nominato da esso.
Il percorso non è assolutamente breve e impone anche dei cambiamenti culturali assolutamente da non sootovalutare. Termini come delazione, che ha indubbiamente accezione negativa associandosi a tradimento, sono spesso affiancati a questa procedura. Altri invece adducono a danni d'immagine per l'azienda o l'ente, nel criticare chi ha il coraggio di denunciare. Ricorderete tutti il caso del ferroviere Dante De Angelis.
Non sarà percorso breve, né facile. Sono convinto che comunque sia giusto e importante, a maggior ragione in questo periodo storico. L’approvazione della procedura porterebbe Milano all’avanguardia nella lotta alla corruzione, non solamente in Italia, ma anche a livello europeo.