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8 marzo 2017

Ancora su Roberta Cocco in risposta a Gianni Barbacetto

Barbacetto sul suo blog mi dà del soldatino obbediente che agisce per preservare la carriera. Non posso starmene zitto. Rientro nel merito. E spiego, tenendo conto delle critiche (dimenticandomi gli insulti), la mia posizione in merito alla ritardata pubblicazione dei dati reddituali e patrimoniali dell'assessore Cocco, alla mozione di censura presentata dalle forze di opposizione e in merito al successivo dibattito sul conflitto di interesse. Convinto della sua giustezza. 
Uno. Barbacetto scrive: "La seduta segreta è una vergogna per Milano".  La discussione sulla mozione di censura è stata svolta a porte chiuse come vuole il regolamento d'aula. Non si poteva fare altro. Non faccio barricate contro i funzionari che fanno rispettare il regolamento. Lo cambio. C'è però da aggiungere che il dibattito più significativo, sul conflitto di interesse, è avvenuto, subito dopo, a porte aperte, davanti ai giornalisti e al pubblico.
Due."Il rifiuto di comunicare la situazione patrimoniale non è solo il segno di una incredibile assenza di senso delle istituzioni; è anche il tentativo dell’assessore di nascondere il suo essere anche azionista Microsoft per una cifra consistente. La censura diventa così, inevitabilmente, un segnale di critica per il disprezzo istituzionale mostrato e per il conflitto d’interessi evidenziato". Il disprezzo istituzionale dov'è se alla fine l'assessore Cocco si è convinta e ha pubblicato? E' vero. Il tempo passato ha messo terribilmente in difficoltà tutti. Quando mi è giunta notizia che l'assessore si fosse convinta ero molto soddisfatto e a quel punto mi sembrava esageratamente ostile votare una mozione che aveva perso gran parte del suo motivo di essere e doveva essere tra l'altro riformulata. La pubblicazione, devo ricordare, è avvenuta comunque prima della multa che Anac avrebbe dovuto comminare e la multa non avrebbe, neanche allora (errore della legge), potuto obbligare chicchessia.
Tre. "Il Conflitto d’interessi? Ce l’hanno potenzialmente tutti (e dunque nessuno), dice incredibilmente Gentili. Basta renderlo esplicito e trovare manovre correttive. No, qui le grinze ci sono. Il conflitto d’interessi è una situazione oggettiva, non una determinazione soggettiva". Innanzi tutto non ho mai scritto che visto che potenzialmente il conflitto di interesse lo hanno tutti, allora non ce l'ha nessuno. Una libera interpretazione, del mio pensiero, del tutto infondata e fuorviante (sembra l'abbia scritta io). Il conflitto di interesse non è normato da una legge, quindi non è possibile renderlo oggettivo. Ci sono i casi di incandidabilità e ineleggibilità che sono altro, oppure la Carta di Avviso Pubblico  che io ho sottoscritto e che cerca di aiutare ad entrare nel merito. Viene detto, al termine dell'elenco dei potenziali conflitti di interesse: Quando si manifestino situazioni di conflitto di interessi, compreso il caso in cui non vi sia un obbligo giuridico in tal senso, l’amministratore deve rendere pubblica tale condizione e astenersi da qualsiasi deliberazione, votazione o altro atto nel procedimento di formazione della decisione. Io non ho mai detto che non c'è conflitto di interesse per Roberta Cocco. Sostenendo il contrario di quanto lei abbia sostenuto. C'è ed è evidente ed è meglio così perché i casi peggiori sono quelli criptati. Il conflitto era già presente prima ancora della notizia delle azioni possedute che mi pare ininfluente visto l'enormità degli interessi della multinazionale. E' chiaro che l'assessora non partecipa alla redazione o aggiudicazione dei bandi e il conflitto di interesse si potrebbe manifestare nella partecipazione ad eventi, nelle sponsorizzazioni ed eventualmente anche nelle linee di indirizzo che si propongono alla Giunta. E' bene evidenziarlo. Senza timori. Valutare i casi possibili e prendere delle scelte pubbliche.
Il conflitto di interesse è dietro l'angolo e tutti noi potremmo averlo e ho citato anche due miei casi: uno dichiarato come potenziale durante la campagna elettorale (unico a farlo!!) e l'altro di scuola se fossi Consigliere regionale. Non è pensabile che se i miei genitori hanno un seminterrato non mi posso candidare a consigliere regionale, però quando c'è da fare commissioni sull'abitabilità dei seminterrati, quando ci sono incontri pubblici e quando soprattutto ci sarà la votazione in aula, io non avrei dovuto mai essere presente. O l'affrontiamo con serietà senza demolire la credibilità di chi non la pensa come noi, oppure ci facciamo solo del male. Propongo anche di sentire Gherardo Colombo sulla materia.