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26 marzo 2023

Tre suggerimenti a Christian Garavaglia

10.329 preferenze. Christian Garavaglia, primo tra gli eletti per Fratelli d'Italia in Regione Lombardia, per raccoglierle è passato dallo Sporting Club di Basiglio. Feudo della famiglia Stilo.

Nel settembre 2014 l'AUSENGINEERING s.r.l., azienda degli Stilo era stata destinataria di un'interdittiva antimafia dall'allora Prefetto di Milano per presunti legami tra i soci e la cosca di 'ndrangheta MANCUSO di Limbadi (VV), In particolare il fratellastro di Francesco Stilo, Pasquale Larocca, Amministratore unico dell'azienda, aveva avuto rapporti con diversi soggetti appartenenti e/o contigui alla cosca.

Il neoeletto dichiara a Davide Milosa de Il Fatto Quotidiano, che pubblica la notizia, di non essere mai stato allo Sporting, e che "erano circa sei tavoli”, minimizzando l'evento, spiegando “di non aver mai sentito dei legami degli Stilo con la ’ndrangheta”. Ora li sa.

Mantovani per l'occasione viene accompagnato dal deputato Andrea Mascaretti e dal senatore Mario Mantovani. 

Cosa intende fare? Le suggeriamo alcune mosse. Pubblichi le foto dell'evento in modo da poter individuare chi fossero gli invitati. Non si trova nulla della cena sui suoi profili social. Neanche la notizia. Ci dice chi ha avuto l'idea di organizzare l'evento e se Mantovani, Mario o Andrea Mascaretti fossero a conoscenza della storia della famiglia Stilo. Infine fa un bel comunicato stampa in cui dichiara che se avesse "sentito dei legami degli Stilo con la ’ndrangheta" non sarebbe mai andato allo Sporting e di non voler avere niente a che fare con gli Stilo durante il suo mandato

25 febbraio 2023

La Call to action di Wikimafia. I dati delle adesioni devono far discutere. Quelli degli impegni mancati anche.

Recentemente Wikimafia ha pubblicato una Call to action, un appello da sottoscrivere proposto a tutti i candidati alle regionali del Lazio e della Lombardia. Sette punti stringenti. Molto concreti e, come vedremo, assolutamente non scontati.

I risultati sono lì da vedere e sono importanti. Lombardia batte Lazio 176 a 79. Centrosinistra più M5S, più IV, più Azione più Unione Popolare batte Centrodestra 171 a zero. Nessuno del Centrodestra ha firmato gli impegni. 

Come mai? E’ questione di sensibilità e di cultura politica. Presto detto. Non dico che nel Centrodestra non siano antimafiosi. Ma non sono sensibili. Non capiscono l’importanza degli impegni con gli elettori sui temi della trasparenza dei finanziamenti in campagna elettorale e sulla trasparenza degli assetti societari. Nell’azione per garantire la costituzione di parte civile della Regione nei processi per mafia. L’importanza di contrastare i paradisi fiscali e di opacità.

E in ultimo, ma non per ultimo dei 255 firmatari solo in 13 hanno ottemperato alla richiesta più impegnativa: pubblicare in tempo reale sul propri o sito i finanziatori che hanno versato per la campagna elettorale almeno 500 euro. Tra i 13, tre candidati a presidente: Majorino (CS + 5Stelle); Ghidorzi (Unione Popolare) D’Amato (Centrosinistra + AIV) e Donatella Bianchi (M5S + Progressisti).

Qui casca l’asino e tutto si complica: solamente il 5% dei firmatari ha mantenuto il primo impegno preso.

Come mai? Probabilmente la stragrande maggioranza ha preso sotto gamba l’impegno antimafia. Non lo ha letto bene. Se n’è dimenticato. Qualcuno forse ha firmato consapevolmente poi ha considerato dannoso per sé pubblicare i nomi dei finanziatori. 

Cos’altro dire. Io non saprei. In realtà questi dati non possono passare nel silenzio totale. Alcuni ragionamenti è bene farli. Io ho cominciato.

30 gennaio 2023

Sanità Lombarda: Il giro dei soldi

Così deve essere d'ora in poi: ti accredito per fare quello che serve nei tempi certi e non solo quello che ti conviene! 

Come mia attitudine per capire come agire bisogna partire dal giro dei soldi. Gli ospedali pubblici sono in perdita: 44 milioni il Policlinico di Milano, 58 il San Paolo e il San Carlo, 87 i Civili di Brescia, 75 il Papa Giovanni XXIII di Bergamo. 

I gruppi privati fanno utili importanti: 27 milioni il gruppo San Donato; 66,9 l’Humanitas; 6,7 la Multimedica*.

Come si può spiegare una diversità tale? 

La sanità pubblica si occupa principalmente di interventi molto costosi e rischiosi: l’80% delle emorragie cerebrali, l’87% delle leucemie. I neonati gravemente immaturi sono curati per l’87,2% nelle strutture pubbliche. I trapianti sono gestiti unicamente dalle strutture pubbliche. 

La sanità pubblica si occupa anche degli interventi comuni e poco remunerativi: parti (81,8%), aborti (90%), calcoli, polmoniti, appendiciti, tonsille.

Su 100 posti letto in un ospedale pubblico, 45 sono occupati da chi entra per un’emergenza passando dal Pronto soccorso. Su 100 posti nel privato, solo 20 pazienti arrivano dal Ps. Molte rogne in meno.

Su oltre 500 tipi d’intervento il pubblico fa la metà del proprio fatturato con 43 prestazione. Il privato fa la metà del suo fatturato con 25 prestazioni quelle a più alto rendimento. In particolare le prestazioni più remunerative delle specialità di cardiologia/cardiochirurgia e ortopedia. Valvole cardiache, bypass coronarici, gli interventi sulle articolazioni inferiori, sostituzioni di anca e ginocchio.

E poi gli interventi a rischio inappropriatezza sono quelli ben rimborsati dove la discrezionalità del medico è ampia: Obesità che vale 5700 euro e artrodesi vertebrale.

Come fare? Con questi numeri per riequilibrare la situazione bisogna agire sull'efficienza delle spese delle strutture pubbliche e ampliare le prestazioni che le strutture private devono offrire.

I dati sono fondamentali. Quei dati che giungono dai ricoveri, dalle visite, dagli esami prescritti, dai fuori regione.

Devono essere utilizzati in chiave preventiva ed epidemiologica, ma anche per controllare il flusso dei soldi. Per fare evidenziare indicatori di rischio da studiare per intervenire, mitigando il valore degli interventi. Interventi ed esami compiuti, prescritti da chi, come e perché. Controlli per evitare che la Sanità privata si concentri su «su attività caratterizzate da buona redditività e da non verificata necessità epidemiologica» 

Ed infine i controlli nella strutture pubbliche. Controlli sull'appropriatezza delle spese. I Collegi dei revisori devono essere potenziati. I componenti, tutti autonomi nella loro attività, devono essere valorizzati, ricevere congrui emolumenti e avere la possibilità di un portafoglio per dotarsi di consulenti che li aiutino nella comprensione della correttezza delle gare d'appalto. 

*GRUPPO SAN DONATO Famiglia Rotelli (Madonnina, Galeazzi, San Raffaele, San Donato, Pavia in cui nasce e Brescia e Emilia 56 sedi tra ospedali e IRCCS). MULTIMEDICA Daniele Schwarz (San Giuseppe). HUMANITAS Gianfelice Rocca (Humanitas Rozzano, Bergamo e Torino).


L'ignoranza sulle strategie di contrasto alle mafie non è ammissibile

Gomez intervista Fontana. Il candidato Leghista alla Presidenza di Regione Lombardia non sa nulla dell'appello di Wikimafia. Nessuno tra i candidati che lo appoggiano lo ha sottoscritto. Probabilmente perché ci sono impegni precisi e viene richiesto l'obbligo della trasparenza delle spese e dei finanziamenti durante la campagna elettorale. Elemento, assolutamente, da non sottovalutare. 

Il protocollo di cui Fontana parla non è un protocollo utile per contrastare infiltrazioni mafiose per PNRR e Olimpiadi. Sottoscritto a metà dicembre scorso, il testo contiene un astratto riferimento all'importanza del tema della legalità, della prevenzione della corruzione, della prevenzione dei fenomeni di infiltrazione della criminalità. 

All'articolo 3 viene scritto che i sottoscrittori sono consapevoli dell'importanza della sensibilizzazione degli attori coinvolti nella fase attuativa degli interventi relativi al PNRR, PNC, Piano Lombardia e Olimpiadi 2026 rispetto al tema della legalità, della prevenzione della corruzione, della prevenzione dei fenomeni di infiltrazione della criminalità. 

All'ottavo capoverso un'altra dichiarazione generica in riferimento agli strumenti di controllo dell'accesso nei cantieri. "Per tutte le opere ricadenti negli appalti edili, saranno individuati idonei strumenti di controllo degli accessi nei cantieri del personale impegnato, coinvolgendo, per l'attuazione tecnica, anche le Casse Edili della Lombardia". Nulla di più. Strumenti inutili, visto che la Prefettura non firma neanche il protocollo. E quindi chi controlla gli accessi? Le stesse aziende che permettono, magariu perché minacciate alle aziende mafiose di sversare terra inquinata? 

Tra l'altro non solo la Prefettura, ma neanche lo firma la Fondazione Milano Cortina e non viene coinvolta Milano. 

Tutt'altro documento quello promosso proprio dal Comune di Milano con la Prefettura del 12 luglio 2022. All'articolo 5, quando si parla di accesso ai cantieri si indicano esplicitamente i tesserini di riconoscimento, con fotografia, Per gli appalti di importo superiore a euro 1.500.000,00, invece, ci si avvarrà di tecnologie che rendano sicura l’identificazione. Dei subcontraenti si dovranno sapere le generalità complete delle maestranze impiegate nell’esecuzione del sub-contratto ed avere la copia del libro unico, e, nel caso di trasporti, la copia della carta di circolazione del mezzo impiegato e dell’autorizzazione al trasporto di materiali di rifiuto e la copia del contratto con l’impianto finale di smaltimento.

Le Associazioni datoriali aderenti si impegnano a sensibilizzare le imprese associate ad utilizzare esclusivamente con soggetti iscritti alla White List della Prefettura. Mentre le imprese aderenti all’Associazione Nazionale Costruttori Edili ANCE, potranno - per il tramite della suddetta associazione di categoria - chiedere l’acquisizione della documentazione antimafia liberatoria mediante per i contratti privati, consultando la Banca dati nazionale unica, come previsto dal Protocollo siglato tra Ministero dell’Interno e l’Associazione Nazionale Costruttori Edili-ANCE in data 4 agosto 2021, a cui ANCE Milano Lodi Monza e Brianza ha aderito in data 29 novembre 2021.

Infine le Amministrazioni Pubbliche firmatarie si impegnano a prevedere nei propri bandi di gara relativi ad appalti/concessioni di opere per le olimpiadi Milano - Cortina 2026 e delle opere finanziate con il PNRR, che gli operatori economici partecipanti dichiarino il titolare effettivo della società.

27 gennaio 2023

Si parla di Sanità pubblica, trasporti, lavoro!

Finalmente in campagna elettorale per le Regionali si discute di sanità, trasporti, formazione. 

La strategia di buttare tutto in caciara sui migranti non funziona più. Le persone si sono accorte che tutte le norme discriminatorie anticostituzionali di propaganda messe in piedi per creare consenso, spostando l'attenzione dai veri temi che dovrebbero interessare i più fragili, non funziona più. 

Una politica scientificamente pianificata da anni chi ha governato finora Regione Lombardia. 

Ricordiamo tutte le norme discriminatorie approvate in Regione Lombardia e dichiarate in antitesi con le norme costituzionali.

La Corte Costituzionale ha dichiarato illegittima la norma della Regione Lombardia che prevede il requisito di 5 anni di residenza sul territorio lombardo per poter presentare la domanda per la partecipazione bando assegnazione alloggio popolare

Lo stesso requisito discriminatorio la prevedeva il Sostegno all'affitto misura all'interno del Reddito di autonomia. Bocciato dal TAR. Stessa sorte per il Bonus bebè (requisito di 5 anni di residenza per entrambi i genitori): non risponde ai criteri di ragionevolezza indicati dalla Corte Costituzionale 

Bocciata anche la norma Anti moschee del 2015 e quella Anti kebab, Anti phone center del 2006. Negli esercizi si doveva prevedere il doppio bagno, la sala d’aspetto. 

Dichiarato anticostituzionale anche la norma che bloccava gli aiuti agli albergatori che ospitavano i profughi

Si è tentato anche di incidere sugli albi territoriali dei docenti per avere un bacino di insegnati del Nord ma anche in questo caso la Consulta si è espressa nel 2013 bloccando l’iniziativa della giunta.

Infine ricordiamo anche la normativa urbanistica sugli edifici abbandonati. Ci tengo. Una norma che premiava indiscriminatamente, imponendosi ai comuni, l'abbandono degli edifici abbandonati. Chi li ristrutturava dopo averli abbandonati, li poteva ricostruire con premi volumetrici importanti (vedi comunicato di seguito).


IMMOBILI ABBANDONATI. IL TAR DA’ RAGIONE AL COMUNE SU INCOSTITUZIONALITA’ LEGGE REGIONALE CON TRE ORDINANZE.  

STOP ALLA CEMENTIFICAZIONE CHE PREMIA CHI ABBANDONA GLI EDIFICI!

Milano, 11 febbraio 2021 – “L’applicazione della disposizione regionale comprime in maniera eccessiva – con violazione degli art. 5, 97, 114, secondo comma, 117, secondo comma, lett. p), terzo e sesto comma, e 118 della Costituzione – la potestà pianificatoria comunale, in particolare dei Comuni che hanno più di 20.000 abitanti (come il Comune di Milano), non consentendo a siffatti Enti alcun intervento correttivo o derogatorio in grado di valorizzare, oltre alla propria autonomia pianificatoria, anche le peculiarità dei singoli territori di cui i Comuni sono la più immediata e diretta espressione”  

“Pur essendo rimessa al Consiglio comunale l’individuazione degli immobili abbandonati e degradati, è comunque consentito al proprietario di un immobile di certificare con perizia asseverata giurata, oltre alla cessazione dell’attività, anche la sussistenza dei presupposti per beneficiare del regime di favore di cui all’art. 40 bis. Il Comune quindi non ha la facoltà di selezionare, discrezionalmente, gli immobili da recuperare, in quanto l’applicazione della norma regionale può avvenire anche su impulso del proprietario del manufatto”.  

La violazione della Costituzione viene riscontrata anche rispetto a contraddizioni della legislazione regionale stessa.   

Infine, secondo il TAR, “l’art. 40 bis appare in contrasto anche con i principi di uguaglianza e imparzialità dell’Amministrazione discendenti dagli artt. 3 e 97 della Costituzione, visto che riconosce delle premialità per la riqualificazione di immobili abbandonati e degradati in favore di soggetti che non hanno provveduto a mantenerli in buono stato e che hanno favorito l’insorgere di situazioni di degrado e pericolo, a differenza dei proprietari diligenti che hanno fatto fronte agli oneri e ai doveri conseguenti al loro diritto di proprietà, ma che proprio per questo non possono beneficiare di alcun vantaggio in caso di intervento sul proprio immobile. La norma regionale, quindi, incentiva in maniera assolutamente discriminatoria e irragionevole di situazioni di abbandono e di degrado”.   

In conclusione il TAR sospende il giudizio perché gli atti siano trasmessi alla Corte Costituzionale.


26 gennaio 2023

Bisogna rilanciare il Codice etico dello sport

Perché il Codice Etico dello Sport? La migliore risposta si trova nella storia di Marco Molluso, Paolo Giuliano, Paolo Gatti, il Padel e i tre centri sportivi a Milano: De Nicola, Largo Balestra, Pozzo Bonelli. Marco Molluso, ex allenatore della Castanese (Serie D) è accusato di reati tributari, fatture per operazioni inesistenti che gli hanno consentito di investire capitali illeciti (autoriciclaggio) nei campi da paddle del Centro Sportivo Sant'Ambrogio di proprietà del Comune di Milano, dato in concessione a PALAUNO A.S.D. - PL1. Marco Molluso, con precedenti per spaccio, nipote di Giosofatto Molluso, condannato per 416 bis.

A gennaio 2014 lo presentammo in Commissione Antimafia dopo un lungo lavoro con Anna De Censi (allora presidente della Commissione Sport), Pierpaolo Romani, coordinatore nazionale di Avviso Pubblico e, soprattutto, Paolo Bertaccini di Transparency International.

Il Codice Etico era ma potrebbe ancora essere uno strumento in mano alle società sportive per autotutelarsi da interessi distorsivi, illegittimi e criminali. Uno strumento che promuove la partecipazione effettiva dei soci. Promuove e rafforza l‘autoregolamentazione delle associazioni/società sportive. Assume un ruolo di autotutela per l'Amministrazione concedente gli spazi pubblici. Rafforza la percezione dello sport come luogo pulito avviando nelle società un percorso di consapevolizzazione dei rischi che corre. 

Lo sport, ma il calcio in particolare, fa gola alla mafia perché genera consenso e, facilmente, questo consenso può essere utilizzato a fini elettorali. In qualità di presidente ti permette di avere rapporti consolidati con le figure istituzionali più importanti di quel territorio. Diventare in breve tempo un benefattore per il "bene" che le attività sportive generano per i ragazzi. Attorno al calcio circola molto denaro contante; vive anche delle sponsorizzazioni che possono facilitare la creazione del nero nei bilanci delle aziende che ci investono. Impegna parecchie risorse per la gestione, manutenzione e riqualificazione dei centri sportivi. Può dare lavoro, poco qualificato a chiunque, nel bar, nella custodia e manutenzione ordinaria del centro. Così era stato per i Flachi nel Centro Sportivo Ripamonti di via Iseo. D'altro canto la storia del clan Flachi e gli arresti del marzo 2011 e poi la lettera del Prefetto, la rescissione della concessione con la Milano sportiva Asd e poi, infine, il terribile incendio dell'ottobre di quell'anno, qualcosa hanno insegnato. E proprio da quella esperienza il Codice etico decollò. Ricordiamo le parole scritte nella sentenza della Corte del Tribunale di Milano presieduta da Aurelio Barazzetta: "Si può intuire, che il Centro sportivo Iseo fosse gestito da persone della congrega criminale che esercitavano una sostanziale egemonia su quella porzione di territorio della metropoli milanese. Essi decidevano sul personale da assumere, risolvevano le controversie, gestivano i servizi, incassavano i guadagni... La gente sapeva che per poter sperare in un posto di lavoro presso il Centro Iseo, doveva rivolgersi a Davide Flachi." 

Nel Codice Etico dello Sport si scrive che: i soggetti firmatari si impegnano a non veicolare in alcun modo attraverso le pratiche sportive quotidiane una mentalità in cui disattendere o aggirare le norme, per qualsivoglia ragione, abbia una sua legittimità, E poi indicazioni che tendono a salvaguardare la trasparenza, la effettiva partecipazione dei soci e quindi la reale democrazia interna per le associazioni sportive. Sottolineando che ogni associazione/società sportiva deve prestare particolare attenzione alla forma giuridica , impegnandosi a evitare commistioni o situazioni che ingenerino confusione, opacità e non corrispondenza fra fini perseguiti, mezzi prescelti. E poi la selezione di dirigenti, istruttori, allenatori e la trasparenza nei contratti e l'impegno a trattare grandi appalti per opere importanti di riqualificazione, alla stessa stregua degli appalti pubblici, perché poi quella piscina, quel palazzetto, rimarrà pubblico e deve essere costruito bene e da da aziende sane. 

Nel testo troviamo un punto dirimente a cui io tenevo particolarmente: era obbligo per tutte le concessionarie verificare che coloro che si candidano per posti direttivi o funzioni di controllo (sia retribuiti che non retribuiti) e, a maggior ragione, coloro che vengono eletti nei posti direttivi o a funzioni di controllo: non abbiano subito condanna penale anche con sentenza non definitiva o con provvedimenti equiparabili a sentenza per fatti o comportamenti che si pongano in contrasto con i principi e le regole del Codice: con particolare riferimento alle problematiche relative ai reati di mafia e di criminalità organizzata, ai reati contro il patrimonio e contro lo Stato, e ai reati lesivi della dignità e dei diritti della persona. Le condizioni sopradescritte erano cause di ineleggibilità a ruoli dirigenti e a funzioni di controllo, e qualora sopravvenute, provocano la immediata decadenza dal ruolo/funzione, per la durata della pena, avvisando i soci e il Comune Concessionario. La società poteva anche proporre scelte diverse motivandole e chiedendo all'Amministrazione Comunale di esprimere un parere vincolante.    

Ricordiamo che Direttore Generale della Polisportiva Lombardia Uno srl gestore del Palazzetto di Largo Balestra e di via Cilea, è tal Paolo Giuliano. 

Non mi pare emerga dall'ordinanza da quanto tempo Giuliano abbia quel ruolo, ma si può immaginare che la sua presenza sia addirittura precedente all'investimento di Molluso nei campi di padel al quartiere Sant'Ambrogio. Pone quindi sei dubbi sulla gestione della società di cui è direttore generale e che ha in concessione altre due strutture del Comune di Milano. 

Nelle note dell'ordinanza viene scritto che Giuliano è stato condannato definitivamente per omesso versamento delle ritenute e per bancarotta fraudolenta. Nel maggio 2018, veniva tratto in arresto dal GICO della Guardia di Finanza di Milano per avere agevolato il clan ALVARO di Sinopoli (RC). Nel luglio 2020 lo condannava per tutti i reati ascrittigli ad eccezione dell'aggravante di cui all'articolo 416 bis I C.P. irrogandogli la pena di anni tre, e mesi dieci di reclusione (il procedimento è in fase d'appello). 

Sono convinto che ci siano anche altri motivi per portare la rescissione delle concessioni in essere con la società intestataria della concessione del campo di Via De Nicola e con le società riconducibili a Paolo Gatti. 

Sarebbe comunque interessante sapere se la Polisportiva Lombardia Uno avesse sottoscritto il Codice e se l'Amministrazione sapesse della presenza di Paolo Giuliano. I suoi precedenti. Se sia stato interlocutore del Comune di Milano. Se vi fossero state segnalazioni in proposito. 

Sono convinto che il Codice Etico sia da rispolverare e rilanciare rendendolo obbligatorio per tutte le concessionarie. Quindi anche Milan e Inter. Ponendolo anche come condizione per l'ottenimento di contributi da parte del Comune e per il rinnovo delle concessioni di impianti di carattere zonale.

Il controllo a tappeto sui dirigenti in essere delle società concessionarie sarebbe poi assolutamente necessario.

E poi formazione. Anche dei dirigenti. E controllo. Differenziare le strutture di quartiere, da sostenere, da quelle che generano profitto per le quali i bandi devono essere frequenti e rigorosi. Controllare i vertici e i conti. Facendo da sponda ai soci e agli atleti nel caso ci fossero opacità, richieste di trasparenza, anche nella scelta di dirigenti, fornitori e sponsor.


11 gennaio 2023

Il mio impegno contro i paradisi di opacità si traferirà in regione. La Call to action di Wikimafia, i dubbi su chi possegga il Milan.

È davvero Gerald “Gerry” Cardinale il proprietario del Milan dopo l’operazione con il fondo Elliott? È questa la domanda che Mario Gerevini si pone a pagina 11 dell'inserto Economia del Corriere della Sera. 

Scrive Gerevini: La struttura della proprietà è un enigma e un labirinto che dal Delaware all’Olanda conduce a due soggetti non ben identificati: una «Limited Partners» e il «Fund IV». 

Il tema riguarda i documenti che sono stati consegnati alle banche per adempiere agli obblighi antiriciclaggio: «nessuna persona fisica in ultima istanza – si legge nelle carte interne – ha più del 10% del club e dunque nessuno controlla il Milan». Per questo sono stati indicati titolari effettivi, con il criterio residuale, i tre amministratori con poteri di rappresentanza legale: il presidente Paolo Scaroni, l’amministratore delegato Giorgio Furlani (e prima Ivan Gazidis) e il consigliere Gerry Cardinale.

Le carte dovranno essere depositate anche presso il Comune di Milano. Così vuole il Piano Anticorruzione grazie a una mio ordine del giorno votato dal Consiglio Comunale. Quattro anni fa. Nell'ottobre 2018. Il tema, enorme, è capire come si verificano queste dichiarazioni. La soluzione sta nell'introduzione del divieto o l'introduzione della possibilità di avere controparte per l'Amministrazione un ente che è radicato nei paradisi di opacità.

La proposta viene rilanciata dalla Call to Action di Wikimafia che ho sottoscritto al punto 4. Divieto per la Regione di rapporti economici con società offshore, sollecitando il governo nazionale, tramite un disegno di legge, ad adottare queste misure e a renderle operative, anche al fine di tutelare le risorse del PNRR e delle altre opere strategiche regionali. La proposta indirizzata all'Europa, alleata alle grandi città è presente anche nel libro che ho scritto con Ilaria Ramoni e Mario Turla e pubblicato nell'aprile 2021: Il giro dei soldi.

Come spesso capita nelle strutture societarie di  investimento, Gerevini ci ricorda che c'è chi gestisce i soldi e chi li mette "Tre sono i soggetti «cacciano la grana» e sono i proprietari, a cascata, del Milan: uno indicato come Fund IV Investors con il 42,6%, una Limited Partners con il 46,1% e Rbfc AIV con il 10,9%. "Fund+Rbfc (per un totale del 53,5%) dovrebbe essere territorio degli investitori gestiti da Cardinale. ... La misteriosa Limited Partners è quella dove forse è custodita la quota di Elliott". ". Scrive Gerevini. 

L'operazione di "acquisto" era apparsa subito poco trasparente. Elliott ha garantito un prestito all'"acquirente" da 600 milioni al 7% di interesse. Il cosiddetto Vendor loan costa a Red Bird 115mila euro al giorno 42 milioni di euro annui.

L'ambiguità emerge chiaramente nel Cda: 4 esponenti RedBird e 4 rappresentanti Elliott. Rircorda Gerevini poi che amministratore delegato è Giorgio Furlani, storico manager di Elliott. Presidente è confermato Paolo Scaroni, già ai tempi di Li Yongong a rappresentare Elliot e pare che come Direttore finanziario sia indicato Stefano Cocirio, altro manager dipendente di Elliott e già anch'esso nell'ex Cda.

Dunque Cardinale chiude un’operazione da 1,2 miliardi, di gran lunga la più importante nella storia di RedBird e lascia pressoché tutte le leve di comando ai venditori. 

Sarebbe interessante conoscere eventuali patti, contratti collaterali, impegni societari e creditizi di RedBird con Elliott. Ricordiamo che eventuali patti o accordi, influiscono sui titolari effettivi.
Che non sono solamente chi detiene o controlla indirettamente il 25% della società. 
Il titolare effettivo come dice l'articolo 20 della 231 del 2007 coincide con la persona fisica o le persone fisiche cui, in ultima istanza, è attribuibile il  controllo della società in forza anche dell'esistenza  di  particolari  vincoli   contrattuali   che consentano di esercitare un'influenza dominante. 

Ricordiamo infine che l’Uefa ha acceso un faro sulla presunta doppia proprietà, vietata dalle norme che regolano le competizioni europee. In Francia gli stessi sopetti sono emersi per la proprietà del Tolosa che di quella del Lille, passato al fondo Merlyn Partners dell’italiano Alessandro Barnaba. "Secondo L’Equipe dietro Merlyn si celava la longa manus di Elliott.

8 gennaio 2023

L'alternanza scuola lavoro: un termine sbagliato; percorsi da riformare

Rimango convinto del fatto che l'alternanza scuola lavoro nei licei scientifici e classici non abbia alcun senso e addirittura crei ulteriori diseguaglianze tra giovani e studenti. La valorizzazione di percorsi certificati di volontariato avrebbe più senso. Nelle scuole più professionalizzanti e soprattutto nei Cfp l'esperienza di tirocinio ha un valore unico. Sarebbe bene iniziare a 16 anni e non prima, lasciando però margine alle scuole di proporre ad alcuni studenti percorsi in azienda quando si capisce che queste esperienze offrono dei riconoscimenti unici che la scuola delle aule, dei laboratori, degli intervalli e dei banchi, riuscirebbe faticosamente ad offrire. 

Non utilizzerei il termine scuola-lavoro. Due termini che così posti appaiono in alternativa. Il lavoro poi è tale se viene retribuito. Non abituerei i giovani a immaginare di lavorare gratis. Si tratta invece di tirocini curricolari. Esperienze formative ed orientative di persone iscritte a scuola che siano Centri di Formazione Professionale (CFP), o università. Finalizzati all’acquisizione degli obiettivi di apprendimento specifici del percorso stesso, previsti nei relativi piani di studio. 

L'apprendistato è una forma diversa di formazione finalizzata all'ottenimento della qualifica o del  diploma o di titoli universitari e di alta formazione. Strumenti da valorizzare con cui la persona impara lavorando e viene pagata essendo una risorsa preziosa per l'azienda.

Poi ci sono i tirocini extracurricolari. Strumenti che permettono a persone che hanno una certa età, un'invalidità, oppure un curriculum ancora poco ricco di avviare delle esperienza lavorative pagati. In questo caso i limiti minimi del riconoscimento economico devono essere rivisti. La normativa di Regione Lombardia prevede per un tempo pieno solo 500 euro al mese lordi.

Fermo restando che l'orientamento ad oggi è assolutamente deficitario. Ha bisogno di sportelli, di persone, di percorsi e meno di link. Ha bisogno di luoghi, tanti e decentrati. Negli ultimi anni l'orientamento è stato via via appaltato silenziosamente agli enti privati con tutto ciò che questo comporta. Un orientamento efficace, direi permanente, deve essere in mano al servizio pubblico, alle scuole in primis. 

Così faremo!

1 gennaio 2023

Mi candido per il Consiglio Regionale della Lombardia nelle liste del PD, al fianco di Pierfrancesco Majorino

La mia competenza, passione e determinazione, per rimuovere gli ostacoli che limitano libertà e uguaglianza!

Sogno una Lombardia diversa e mai come oggi possiamo avere la possibilità di cominciare a lavorare perché questo sogno si avveri, avendo l'onore e la responsabilità di governarla.

Sono candidato nella lista del Partito Democratico. Convinto che sia il momento in cui bisogna testimoniare la nostra adesione ad un percorso di apertura e rinnovamento che il mio partito con il congresso sta affrontando. Un congresso di contenuti, di idee di strategie che parlerà nel suo momento conclusivo di leadership. 

Principio ispiratore della mia attività politica è radicato nella nostra Costituzione: "È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l'eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l'effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all'organizzazione politica, economica e sociale del Paese."

DA QUESTO PRINCIPIO PARTO PER ORIENTARE LA MIA AZIONE POLITICA!

Offro la mia esperienza, la mia libertà, la mia competenza, la mia passione e determinazione. 

Per una società libera dalle mafie! 

Sono membro del Comitato Antimafia nominato dal sindaco di Milano Beppe Sala. Sono stato Consigliere Comunale a Milano dal 2008 al 2021. Presidente  della Commissione Consiliare Antimafia da febbraio 2012 a ottobre 2021. Sono stato delegato prima dal Sindaco Pisapia e poi dal sindaco Sala a rappresentare il Comune di Milano all’interno di Avviso Pubblico (associazione di enti locali contro mafie e corruzione, nata nel 1996). Per Avviso Pubblico sono stato Coordinatore per la Città Metropolitana e coordinatore per la Regione Lombardia. Sono stato Consigliere di Zona 6 dal 1999 al 2006.

Tante le denunce e le proposte innovative. Perché l'antimafia è soprattutto denuncia e proposta. Le trovate tutte nel mio sito che da 16 anni mi accompagna.

Ricordo alcuni successi di cui mi sento assoluto protagonista, anche se i risultati non si ottengono mai in solitudine. Sono sempre frutto di confronto e collaborazione con tanti amici, esperti e dirigenti del comune.

L'introduzione del Whistleblowing Milano prima città in Italia. L'applicazione della normativa antiriciclaggio, Milano prima città in Italia. La nascita del Codice etico delle società sportive. L'introduzione dell'obbligo di richiedere il Titolare effettivo degli enti privati che abbiano un rapporto con la Pubblica Amministrazione, inserito nel Piano Anticorruzione. Milano, prima città d'Italia! E non solo. 

Per una società che dia pari opportunità a tutti!

Ho sempre lavorato in ambito socio-educativo. Subito dopo la Laurea in Agraria, al termine del servizio civile, ho lavorato in Giambellino come educatore, poi come mediatore sociale anche nel carcere di San Vittore. Ora sono counsellor psicosociale, insegno cittadinanza in una scuola di formazione professionale in Corvetto. Mi occupo di inserimenti lavorativi per persone che vivono momenti di particolare fragilità.

31 dicembre 2022

Formazione e istruzione professionale, ITS e IFTS. Le armi spuntate di Regione Lombardia

Nella foto accanto il fabbisogno annuo del mercato del mondo del lavoro in Lombardia. A fronte di 115 mila giovani che terminano il proprio percorso formativo la richiesta anche solamente per rimpiazzare chi andrà in pensione è di circa 156 mila persone. Circa 40 mila posti in più di quelli offerti. Al lordo, tra l'altro, di chi, una volta terminato il percorso di studi andrà per un periodo più o meno lungo, anche per il resto della sua vita all'estero. 

Come mai le aziende si continuano a lamentare del fatto di non riuscire a trovare nel mercato del lavoro manodopera qualificata, competenze tecniche e teoriche adeguate? Come mai i salari di alcuni comparti, nonostante un'offerta di lavoro inferiore alla domanda rimangono assolutamente inadeguati? Senza pensare a tutte quelle attività, legate al servizio alla persone che dipendono da accreditamenti, convenzioni, rette pubbliche?

La Formazione professionale compresi gli ITS* e gli IFTS** rimangono percorsi poco conosciuti, bistrattati e poco plasmati sulle richieste del mercato. Deficit di progettazione, promozione, valorizzazione di Regione Lombardia su Istruzione e Formazione Professionale. Ne parlerò in Campagna elettorale. Proporrò strategie e scelte che partono dal territorio, mettono in rete pubblico e privato, avendo regista e controllore il pubblico e soprattutto partono da maggiori investimenti pubblici.

Regione Lombardia investe meno e le differenze tra regione e regione e tra i corsi regionali e i corsi statali producano profonde disuguaglianze per il personale e per gli studenti, ricordando loro che in Lombardia le risorse si aggirano attorno ai 4500 euro a studente, in altre regioni superano i 6.000 euro e nell’istruzione professionale statale si parla di 9.000 euro. 


* Istruzione e Formazione Tecnica Superiore (IFTS)

Hanno una durata che varia da 800 a 1000 ore. Sono suddivisi in 2 semestri e prevedono attività teoriche, pratiche e di laboratorio. 

Tirocini previsti per almeno il 40% delle ore complessive. 

Al termine del percorso Certificato di Specializzazione Tecnica Superiore, subito spendibile nel mercato del lavoro italiano ed europeo oppure accedere a un percorso ITS se vuoi specializzarti ancora di più. 

** Istituti Tecnici Superiori (ITS)

Hanno una durata che varia dalle 1800 alle 2000 ore. Sono suddivisi in semestri, da quattro a sei.  Tirocini previsti per almeno il 30% delle ore complessive.

Al termine del percorso Diploma di Specializzazione Tecnica Superiore, riferita all’area tecnologica da te scelta, riconosciuto su tutto il territorio nazionale.

La nuova normativa antimafia regionale. Una nota critica e di prospettiva

La nuova normativa antimafia regionale è nata dalle modifiche introdotte dalle Legge Regionale n° 30 del 20 dicembre 2022. 
Una legge molto complessa per bocciarla tout court. Provo a sintetizzare per punti: 
1. Aspetto che dobbiamo indicare tra gli elementi innovativi e positivi è la previsione di un piano integrato delle azioni regionali per la promozione della cultura della legalità e della cittadinanza responsabile e la prevenzione del crimine organizzato e mafioso e dei fenomeni corruttivi. Io mi sarei dedicato solamente agli interesse criminali mafiosi. Il Piano anticorruzione c'è già e la promozione della cultura della legalità è importante, ma non penso proprio abbia bisogno di un piano. Comunque il piano definisce le azioni regionali finalizzate a perseguire gli obiettivi di cui all’articolo 1 con indicazione delle risorse, finanziarie e organizzative. Peccato che all'articolo 1 non sia citato il riciclaggio, fenomeno strategico per corrotti, evasori e mafiosi, contro il quale la Regione dovrebbe aver già messo in atto tutte le strategie per segnalare operazioni sospette all’Unità di Informazione Finanziaria (UIF). 
2. Il riciclaggio non viene citato in nessun articolo nonostante l'applicazione della normativa antiriciclaggio la 231 del 2007 è un obbligo delle Pa. Per Pa non si intende solo Regione. Ma aziende partecipate e controllate, fondazioni, aziende sanitarie e quelle dedicate all'edilizia pubblica. Dai dati messi a disposizione dalla UIF, per esempio, si evince che nessuna ASST o ATS ha mai fatto segnalazioni. Strano. Una proposta che avevo avanzato era quella di inserire all'articolo 5 Interventi nei settori economici, nelle professioni e nelle pubbliche amministrazioni, una dichiarazione di guerra: La Regione opera costantemente e con tutte le competenze e le risorse proprie per garantire una sana e libera concorrenza di mercato, muovendosi efficacemente per prevenire fenomeni corruttivi e contrastare il riciclaggio nell'economia. Sarà per la prossima revisione. 
3. Il nuovo articolo 24 bis prevede l'istituzione del Tavolo di lavoro per la prevenzione dell’usura e del sovraindebitamento. Direi ottimo. Peccato che un tavolo che era già previsto e doveva già partire, secondo un comunicato stampa dell'ex assessore Alessandro Mattinzoli e dell'ex assessore Riccardo De Corato, il primo ottobre 2018, 4 anni fa. Non riesco capire se sia rimasta lettera morta o se i due tavoli si sovrappongano. In entrambi i casi non benissimo. 
4. Il nuovo articolo 26 Elargizione a favore delle vittime dei reati di usura o di estorsione, prevede che ai fini della concessione dell'indennizzo le vittime devono risultare parti offese nel relativo procedimento penale e che l'indennizzo non può essere concesso prima del decreto che dispone il giudizio nel relativo procedimento penale. Norma che migliora la precedente che prevedeva la sentenza di primo grado, ma che lascia per troppo tempo le vittime in piena solitudine senza sostegno economico. 
5. C'è indubbiamente un problema di informazione. Nella relazione di Polis (Istituto regionale per il supporto alle politiche della Lombardia) sullo stato di attuazione della legge 17/2015 si certifica che non sono stati erogati contributi nel biennio 2020-22, non essendo pervenute istanze. Anche nella richiamata attività del Garante regionale per la tutela delle vittime di reato, Polis certifica che durante il biennio 2020-2021 non sono pervenute richieste alla Garante da parte di vittime per reati di stampo mafioso e della criminalità organizzata. Una notizia che deve fare riflettere. Anche in riferimento ai fondi gestiti dallo Stato dalla Relazione dell’anno 2021 risulta che, nonostante il numero di istanze presentate dalle vittime dei reati di tipo mafioso, 575, sia aumentato del 40%, nessuna domanda è pervenuta dalla Lombardia. C'è un problema di informazione. Pensiamo che debba essere rifinanziato quel fondo che, gestito da Regione Lombardia per la promozione di interventi per assistenza e aiuto alle vittime dei reati di stampo mafioso e della criminalità organizzata, ha permesso di aprire sportelli di ascolto e di accompagnamento delle vittime. 
6. Proprio per colmare quel deficit informativo e sostenere il prima possibile le vittime bisogna introdurre la figura del “tutor” che accompagni le vittime di usura nel difficile percorso di rilancio della propria attività imprenditoriale; 
7. Nella legge Non si parla di sport e di calcio. Bisogna individuare gli strumenti; più adatti per proteggerli dagli interessi criminali mafiosi, partendo per esempio dal Codice etico dello Sport del Comune di Milano redatto con Transparency Italia e Avviso Pubblico, utilizzando anche la stesura di protocolli ad hoc con la Prefettura. 
8. In tema di beni confiscati Regione Lombardia deve assumersi la responsabilità di gestire direttamente i grandi compendi immobiliari la cui gestione e i cui oneri troppo spesso gravano solo ed esclusivamente su piccoli Comuni già molto esposti sul tema del contrasto alle mafie e soprattutto si deve far carico di tutelare le associazioni a cui potrebbero essere assegnati i beni prima della confisca definitiva, dopo il sequestro. Una tipologia di intervento che suggeriamo per tutelare quei beni che rischiano di deteriorarsi e di essere oggetto di vandalismi e di vendette mafiose. 
9. Rimane un errore che genera confusione inserire nella normativa antimafia articoli specifici relativi ad altre fattispecie penali totalmente diverse dall'argomento della norma. Articolo 8 (Interventi per la prevenzione e il contrasto del fenomeno delle truffe ai danni della popolazione anziana); Art. 21 (Interventi a favore delle vittime della criminalità e dei loro familiari) che prevede l'assistenza legale per i cittadini accusati di aver commesso un delitto per eccesso colposo in legittima difesa; l'articolo 22 (Interventi straordinari in favore dei soggetti danneggiati da atti vandalici).

30 novembre 2022

Smantellato il locale di 'ndrangheta di Rho. Cosa ricordare e cosa fare

Dall'indagine emergono alcuni elementi che è bene tenere in memoria:

  • Intimidazione e omertà. La 'ndrangheta non ha abbandonato la violenza, l'intimidazione, il controllo del territorio in Lombardia. Emerge dall'indagine della Polizia, coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia di Milano che ha portato in carcere 49 persone, smantellando il locale di 'ndrangheta di Rho  Per di più, di fronte a minacce ed estorsioni della famiglia Bandiera, «l’omertà era assoluta».  La pm Alessandra Cerreti ha dichiarato che «Ci siamo imbattuti in una decina di episodi di estorsione e in almeno 5 episodi di minacce gravi, alcune solo perché le vittime avevano mancato di rispetto. Nessuno ha denunciato». 

  • 'ndranghetisti mediatori sociali. Gli 'ndranghetisti «erano punti di riferimento sul territorio per la popolazione. La gente comune andava da loro per risolvere beghe di condominio, banali liti. La protezione richiesta da un condomino residente nello stesso condominio di via Carroccio per evitare il danneggiamento della propria autovettura. L'intervento richiesto per risolvere una questione riguardante il furto di una bicicletta ad un uomo di Pogliano Milanese (MI).

  • Gli albanesi sempre presenti. Nel momento in cui i Bandiera, all'interno dello stesso locale di 'ndrangheta vengono ai ferri corti con la famiglia dei Curinga che pretendeva il saldo della pagamento di una piccola partita di cocaina, emerge che il fornitore della suddetta sostanza stupefacente sequestrata sarebbe un gruppo di albanesi “prima era calabresi, mo' sono albanesi che gli hanno dato la roba”. 
  • Carabiniere connivente. Quando Cristian Bandiera, è stato arrestato per aver ucciso Avrani Artim, albanese di 38 anni e per questo è stato condannato a soli 16 anni di reclusione un carabiniere è stato filmato dalle telecamere all’interno del pub mentre, sulla scena del delitto, raccoglieva i bossoli e la cartucce inesplose, per sviare le indagini. 
  • Un capo donna. Caterina Giancotti, 45 anni è finita in carcere con l'accusa di avere avuto un «ruolo di organizzatore» nel clan della ndrangheta di Rho, nel milanese. A dirigere gli uomini del clan, gestire il traffico di droga e minacciare al telefono i creditori inadempienti c'era lei.
Cosa bisogne fare:

  1. Sportelli di ascolto vittime. L'importanza di moltiplicare luoghi nei quali le vittime possono trovare rifugio, essere protette e accompagnate alla denuncia deve diventare priorità. La Regione Lombardia non ha più aiutato i comuni per aprirne sul territorio, interrompendo il rifinanziamento del bando che destinava fondi agli sportelli diffusi.
  2. Fondo regione Lombardia più accessibile. Inoltre bisogna rendere accessibile il fondo che Regione Lombardia, sulla carta, mette a disposizione delle vittime di usura e estorsione. Praticamente nessuno riceve quelle risorse.

13 novembre 2022

Operazione Madera. Mafia pugliese, lombardi, albanesi e un riciclatore cinese

C'è anche un uomo affiliato al clan mafioso barese degli Abbaticchio tra i 42 arrestati dell'operazione Madera. Oltre a lui 37 lombardi (milanesi, brianzoli, varesotti e bresciani) tra cui un procuratore capo dell’Aia (l'Associazione Italiana Arbitri della Fgci), due albanesi, un serbo e anche due spagnoli avamposto della "rete iberica". 

Non ultimo, ma non ancora identificato, Luca "Il cinese", ufficio in Via Canonica 29. Colui che permetteva i pagamenti dall'Italia con un meccanismo facile facile, detto Hawala, che aggira tutte le norme antiriciclaggio. 

Il cliente deve trasferire dei fondi, senza che siano tracciati, dal paese dove risiede (A) al paese in cui risiede il creditore o venditore (B).

1. Contatta una persona che chiamano Havaladar in A. 

2. La transazione viene autorizzata in base ad una parola d'ordine (la fotografia recante il numero di serie di una banconota da 5 curo) 

3. L'hawaladar in A contatta l'hawaladar in B informandolo dei dettagli dell'operazione e gli comunica la parola d'ordine che deve essere utilizzata dal beneficiario in fase di ritiro dei fondi. Al destinatario finale della somma viene comunicato presso chi deve rivolgersi per riscuotere il pagamento con l'invio della seconda foto riportante l'importo e raffigurante un biglietto da visita con l'indirizzo dell'hawaldar in B 

4. L'hawaladar in B trasferisce i fondi al Beneficiario

5. L'hawaladar in A e l'hawaladar in B provvedono a regolare successivamente le partite di debito/credito mediante compensazioni periodiche fra gli stessi. 

Il gruppo avrebbe introdotto in Lombardia oltre sei tonnellate di marijuana e hashish. Flusso bloccato grazie al Gico della Guardia di Finanza e ai 2 pm che hanno coordinato le indagini: Rosario Ferracane e Sara Ombra

Mafia barese, Albania, riciclatore cinese. Un bel milieu. Che ci dice molto sulla presenza criminale in Lombardia.

1 novembre 2022

Regione Lombardia: abbiamo una chance, usiamola!

Siamo probabilmente di fronte a una opportunità unica. Il Centro destra in Lombardia si potrebbe spaccare.

Abbiamo solamente alcune settimane per definire dei contenuti, una strategia, una leadership. 

Provo a mettere in fila possibili errori in cui non dobbiamo incorrere. 

1. Non dobbiamo sostenere Letizia Moratti. Penso sia scontato. Meglio però ribadire. Sarebbe una sconfitta prima di iniziare la partita. La prova che la sinistra in Lombardia non ha nulla da dire e che, per ottenere dei posti di comando, è pronta a sostenere un candidato che ha rappresentato per anni la vecchia destra al comando a Milano.

2. Non possiamo più aspettare di sapere se Letizia Moratti deciderà di candidarsi o meno. Comunque è praticamente certo.

3. Partendo dall'alleanza che si è presentata il 25 settembre non dobbiamo rinunciare a ottenere un accordo di governo con Italia Viva, Azione e il M5S. Non dobbiamo fare per la seconda volta l'errore di non presentarci uniti, male interpretando il metodo elettorale vigente.

4. Se qualcuno si rifiuterà di creare un'alleanza di governo non lo dobbiamo inseguire. La proposta politica a tutte le forze politiche di Centro sinistra deve essere chiara. Che tutti i potenziali elettori sappiano. L'unità deve essere vissuta come un valore importante che viene proposto come principale.

5. Non dobbiamo rinunciare alle primarie. Rimane lo strumento principe per riattivare  le migliori energie. Proprio IV, Azione e M5S si sono sempre opposti.

6. Non bisogna puntare al solo candidato Presidente. Penso sia utile al di là della scelta del candidato, indicare due persone che rappresenteranno il cambiamento radicale in Lombardia e che verranno spese in campagna elettorale assieme al candidato Presidente. Due persone che ricopriranno gli incarichi più importanti e delicati: sanità e istruzione/formazione. 

Un appello a tutti voi. Non vi tirate indietro! Bisogna sempre crederci al cambiamento. Fatemi sapere le vostre opinioni. Proponetevi nei dibattiti, arricchiteli. Non fate mancare il vostro sostegno a chi questo cambiamento lo esige. Non lasciateci soli.

26 marzo 2022

Vademecum del cittadino che vuole contrastare la diffusione del gioco d'azzardo

Termina la pandemia, o, almeno, così pare, tornano le sale slot a funzionare, creando disagi nei quartieri.

Due semplici questioni che posso aiutare comitati e singoli cittadini che vogliono arginare il più possibile il gioco d'azzardo.

La prima: le due ordinanze firmate da Giuliano Pisapia la n 65 del 23.10.2014 e la 63 del 15.10.2014 , sono ancora in vigore. Quindi, tutti gli apparecchi per il gioco d'azzardo che siano nei bar nelle tabaccherie negli esercizi commerciali, nelle ricevitorie del lotto o nelle sale scommesse, bingo, eccetera, possono funzionare dalle ore 9.00 alle 12.00 e dalle 18.00 alle 23.00 di tutti i giorni, festivi compresi. 

Sarà bene fotografare gli orari affissi fuori dai locali che dicono cose diverse e provare con dei testimoni che gli apparecchi sono aperti oltre l'orario, segnalando alla Polizia Locale e, se volete anche a me, il mancato rispetto delle ordinanze. Le violazioni alle ordinanze sono punite applicandosi la sanzione amministrativa pecuniaria da un minimo di 25,00 € ad un massimo di 500,00 €. La recidiva, anche due multe di seguito, comporta la sospensione dell'attività da 1 a 5 giorni. E' già capitato più volte. Ricordo in particolare per la Sala scommesse di Piazza Diaz. Oggetto delle mie attenzioni per parecchio tempo.

La seconda: è attualmente ancora vigente anche il comma 1 ter dell'Articolo 5 della Legge regionale 8 del 2013. L'articolo 5 vieta la nuova installazione di apparecchi per il gioco d'azzardo lecito, di cui all'articolo 110, comma 6, del r.d. 773/1931, in locali che si trovino entro una distanza di 500 metri da alcuni luoghi "sensibili". Il comma 1 ter equipara a nuova installazione sia il rinnovo del contratto stipulato tra esercente e concessionario per l'utilizzo degli apparecchi, sia la stipulazione di un nuovo contratto, anche con un differente concessionario, nel caso di rescissione o risoluzione del contratto in essere. La tagliola tra un prima e un dopo scatta da fine gennaio 2014. Dopo quella data ogni rinnovo di contratto è quindi equiparato a nuova installazione. Se il bar o la sala è situata nel raggio di 500 metri da un luogo sensibile (istituti scolastici di ogni ordine e grado, asili nido d’infanzia, luoghi di culto, impianti sportivi, strutture residenziali o semiresidenziali operanti in ambito sanitario o sociosanitario, strutture ricettive per categorie protette, luoghi di aggregazione giovanile e oratori).

Chi volesse sapere quanti apparecchi a quella data erano stati autorizzati, gli posso dare un primo riscontro citando un data base inviato a suo tempo dalla Direzione Commercio. Nel caso gli apparecchi siano oggi in un numero maggiore l'esercente può essere multato pesantemente. Cosa diversa se abbia, come detto prima, cambiato o rinnovato il contratto. Questo impossibile da sapere se non si chiede alla Polizia Locale di intervenire. Chiaro che, se abbiamo, diversi indizi: mancato rispetto orari, numero di slot maggiore di quello indicato nel 2014 il controllo è più semplice da ottenere.

Buon lavoro!

Scrivetemi per ogni ulteriore informazione: redazione.davidgentili@gmail.com

8 agosto 2021

Le Olimpiadi Milano-Cortina si avvicinano ma non c’è ancora un protocollo antimafia

(Articolo pubblicato da Stampoantimafioso)

I dati di Expo 2015 sono ancora impressi nella memoria degli addetti ai lavori: 97 interdittive antimafia relative a 67 imprese. Francesco Paolo Tronca, allora prefetto di Milano, stimò il valore dei contratti che rischiavano di andare alle aziende oggetto di tentativi di infiltrazione mafiosa: erano pari a 200 milioni di euro. Per difetto e al netto delle indagini per corruzione. I Protocolli siglati ebbero indiscutibilmente successo. Tronca in Commissione Bicamerale Antimafia ricordò che la maggior parte dei lavori risultava al di sotto della soglia dei 150 mila euro: “Ciò vuol dire che le imprese risultate infiltrate avevano mirato a contratti che, secondo le regole ordinarie e se non si fossero seguite le regole della tutela rafforzata previste dal Comitato per l’alta sorveglianza delle grandi opere (CCASGO), non sarebbero stati oggetto di controlli».

21 aprile 2021

LFC, processo al via: “Non basta essere parte civile, Dell’Acqua spieghi"


Due anni fa, il 28 di aprile del 2019 la prima inchiesta su l’Espresso. Il 21 aprile 2021, Alberto Di Rubba e il suo collega Andrea Manzoni saranno processati con rito abbreviato a porte chiuse. Michele Scillieri, il terzo “commercialista della Lega”, anche lui coinvolto nella compravendita del capannone di Cormano, futuro “cineporto” della Lombardia Film Commission (FLC), ha già patteggiato. L’immobile, acquistato per 800 mila euro, dalla FLC, fondazione i cui soci sono Regione Lombardia, Fondazione Cariplo, Camera di Commercio e Comune di Milano, è al centro di una complessa vicenda.

17 novembre 2020

Rompere l'omertà. Sconfiggere la tratta


Oramai alla firma il Protocollo operativo antitratta. Voluto particolarmente dal Tribunale di Milano dalla Dda e che vede il Comune di Milano tra i protagonisti. Non è un patto. Si avvicina di più ad un manuale di istruzioni. Mira a creare un dialogo permanente multiagenzia, definendo procedure condivise e conosciute da più operatori possibili. Dal magistrato al poliziotto locale del piccolo comune della cintura. 
Un grande strumento ripreso da Catania e adattato alle dimensioni e alla complessità Milanese. 
Il testo non è ancora pubblico. I contenuti sono stati presentati, oggi pomeriggio, durante la seduta congiunta Antimafia- Pari Opportunità-Sicurezza.
Presenti Adriano Scudieri - Sostituto Procuratore della Repubblica presso la Direzione Distrettuale Antimafia di Milano; Olivia Condino - Magistrato Sezione Specializzata per l'Immigrazione, Miriam Pasqui - Responsabile Unità Diritti e Grave Emarginazione; Sara Virzì - Cooperativa LULE Progetto "Mettiamo le Ali"; Tiziana Bianchini - Cooperativa Lotta contro l'Emarginazione "Derive & Approdi". 
Rete costituita per lo scambio di informazioni che non hanno il profilo della denuncia ma che rappresentano inneschi possibili delle indagini. Per potenziare le relazioni tra operatori per risolvere problemi di più svariata natura. Uno strumento che mira a facilitare il riconoscimento e la segnalazione della potenziale vittima di tratta.
Al centro anche il grande interrogativo legato alla presenza della mafia Nigeriana, provata a Torino e a Brescia, ma non a Milano. E al ruolo delle associazioni criminali (mafia) di origine cinese. Mente purtroppo consolidata, la presenza e la forza della criminalità organizzata albanese in Lombardia nel traffico di droga e nello sfruttamento della prostituzione.
Mancano purtroppo le denunce. L'omertà regna. Le intimidazioni fortissime. Le indagini purtroppo partono tardi. In diverse occasioni le denunce vengono fatte quando le presunte vittime si sono trasferite fuori dall'Italia spesso in Germania o Austria. Nell'ambito delle procedure per il riconoscimento del permesso di soggiorno. Ma oramai le informazioni giungono tardi e gli aguzini hanno cambiato casa o indirizzo telefonico. 

30 luglio 2020

Le cinque Balle. Il racconto di Attilio Fontana sui camici del cognato.

1. Fontana dichiara: "Comunque era un conto (quello svizzero nato dallo scudo dei fondi delle Bahamas NdR) non operativo da decine di anni, penso almeno dalla metà degli anni Ottanta".
Giovanni Tizian scrive: "I documenti rivelano che nel 1997 la madre del governatore, Maria Giovanna Brunella, ha aperto il primo conto estero numero 247-683404 e ha affidato al figlio la procura, cioè la delega a operare su quel deposito". "Nel 2005 il patrimonio presente sul conto aperto otto anni prima, è stato trasferito in un secondo deposito collegato al trust Montmellon valley, con sede a Nassau, la capitale delle Bahamas. Di questo nuovo conto intestato sempre alla madre, Fontana era indicato come erede beneficiario. Tra il 2009 e il 2013, infatti, c’è vita sul conto che erediterà Fontana. Nel 2009 la cifra depositata è di 4.565.839 milioni, l’anno successivo cresce di 129mila euro. Nel 2011, invece, il deposito è di 4.162.911 milioni: decresce, quindi, di oltre mezzo milione di euro. L’anno successivo viene rimpolpato con 442mila euro. Alla fine del 2013 sul conto giacciono 4.734.478 milioni, quasi 200mila euro in più rispetto al 2009. Cifre comunque inferiori ai 5,3 milioni ereditati da Fontana e regolarizzati nel 2015 con la voluntary disclosure".
Pare proprio che il conto non fosse silente.
2. Il 7 giugno Fontana scrive sulla sua pagina Facebook "Nell'automatismo della burocrazia, nel rispetto delle norme fiscali e tributarie, l'azienda oggetto del servizio di Report, accompagnava il materiale erogato attraverso regolare fattura stante alla base la volontà di
donare il materiale alla Lombardia
, tanto che prima del pagamento della fattura, è stata emessa nota di credito bloccando di fatto qualunque incasso.
Nell'intervista a la Repubblica del 28 luglio Fontana invece dichiara: «Ho spontaneamente considerato di alleviare in qualche modo il peso economico della operazione di mio cognato, partecipando io stesso personalmente — proprio perché si trattava di mio cognato — alla copertura di una parte di quell'intervento economico. Si è trattato di una decisione spontanea, volontaria e dovuta al rammarico di constatare che il mio legame di affinità aveva solo svantaggiato una azienda legata alla mia famiglia». Come svantaggiato? Allora non era un dono!

3. Attilio Fontana il 7 giugno 2020 comunica ad ANSA: "Agli inviati della trasmissione televisiva 'Report' - prosegue Fontana - avevo già spiegato per iscritto che non sapevo nulla della procedura attivata da ARIA SpA e che non sono mai intervenuto in alcun modo ...".

Il Corriere della Sera online il 28 luglio scrive: "... Intanto, il 19 maggio — due giorni dopo il colloquio con Dini, e il giorno prima della rinuncia al pagamento da parte dello stesso Dini — il presidente della Regione Lombardia si era mosso autonomamente, per far avere a Dama Spa 250.000 euro: una somma con la quale intendeva rifondere alla società gran parte del mancato guadagno (mancato guadagno di cui in quel momento nessuno, pubblicamente, sapeva ancora alcunché)".

4. Il 7 giugno Fontana dichiara: "... l’intera fornitura è stata erogata dall'azienda a titolo gratuito...". 
Non è vero.  In verità la ditta Dama spa ha fornito solo 50 mila dei 75 mila camici. Gli altri 25 mila sembrava li avesse venduti ad una Rsa di Varese a 9 euro l'una (regione li aveva "acquistati" a 6 euro), ma poi è stato scritto che sono stati ritrovati nella sede di Dama. 

5. "I risparmi di una vita". Così Attilio Fontana descrive i 5 milioni e 300 mila euro transitati sui fondi alle Bahamas,"Allora usava così" sottolinea, e atterrati in Svizzera.
Qui non mi pare ci sia molto da aggiungere...

13 luglio 2020

Sulla Lombardia Film Commission e l'acquisto dell'immobile di Cormano. Settima puntata. (Mi auguro l'ultima...)

La perizia della perizia è ancora più lunga della perizia stessa.
Il prof. Alberto Dell’Acqua Presidente del Consiglio di Amministrazione della Fondazione Lombardia Film Commission non bada a spese e utilizza anche 3 tabelle per sostenere che il parere di congruità redatto nell'ottobre 2017 dal dott. (così lo indica il professore) Federico Arnaboldi sia sufficiente e "non necessaria un'ulteriore verifica ... attraverso il coinvolgimento di ulteriori professionisti".